
fonte: http://www.colarieti.it/archives/105#more-105
[…] Risulta in conclusione provato, come in precedenza già osservato, che egli (Marcello Dell’Utri, ndr) ha svolto, ricorrendo all’amico Gaetano Cinà ed alle sue “autorevoli” conoscenze e parentele, un’attività di “mediazione” quale canale di collegamento tra l’associazione mafiosa cosa nostra, in persona del suo più influente esponente dell’epoca Stefano Bontate, e Silvio Berlusconi, così apportando un consapevole rilevante contributo al rafforzamento del sodalizio criminoso al quale ha procurato una cospicua fonte di guadagno illecito rappresentata da una delle più affermate realtà imprenditoriali di quel periodo, divenuta nel volgere di pochi anni un vero e proprio impero finanziario ed economico. Va riaffermato che l’imputato non ha svolto solo un ruolo di collaborazione con l’imprenditore estorto al fine esclusivo di trovare soluzione ai suoi problemi, ma ha invece coscientemente mantenuto negli anni amichevoli rapporti con coloro che erano gli aguzzini del suo amico e datore di lavoro, incontrando e frequentando sia Gaetano Cinà che Vittorio Mangano, pranzando con loro ed a loro ricorrendo ogni qualvolta sorgevano problemi derivanti da attività criminali rispetto ai quali i suoi amici ed interlocutori avevano una sperimentata ed efficace capacità di intervento. (…) Prosegui sul blog http://www.colarieti.it/archives/105#more-105