COMUNICATO STAMPA
«ACQUA: SUBITO CONSORZIO PUBBLICO PER LA GESTIONE DELL’ATO3 RIETI»
L’acqua è per sua natura, e dunque dovrebbe esserlo anche per legge, un bene privo di rilevanza economica.
Con la modifica dell’art.23 bis inserita nella L.102/09 il Governo di destra, come tentò di fare quello precedente di Centro-sinistra, non fa altro che ribadire quanto già sapevamo e cioè che, per chi attualmente ci governa, non contano né i cittadini né la salvaguardia ambientale nell’interesse dei nostri figli.
Bensì ciò che importa sono gli interessi speculativi delle grandi Multinazionali, nonostante la crisi, nonostante in questi anni ci abbiano abbondantemente dimostrato come intendono gestire l’acqua, i rifiuti, l’energia, il territorio, il lavoro salariato, insomma la nostra esistenza.
Innanzitutto precisiamo che quella emanata è una legge palesemente incostituzionale, contro le norme dell’Unione Europea e che gli enti locali potrebbero tranquillamente impugnare affermando che quello idrico è “un servizio pubblico privo di rilevanza economica”.
Non si capisce pertanto perché tanta preoccupazione per l’ATO3 di Rieti.
Nel Deliberato dell’Assemblea degli 81 Sindaci della nostra Provincia e della Sabina romana c’è scritto chiaramente che l’opzione della gestione pubblica, votata a maggioranza ormai 3 anni fa, dipendeva dall’evoluzione normativa in materia rispetto alla forma societaria. Pertanto, considerando che con questa indecente riforma del Governo non saranno più possibili affidamenti “in house” attraverso SpA a totale capitale pubblico, non resta che affidare il servizio direttamente ad un Consorzio o Azienda Speciale ai sensi degli artt. 31 e 114 del Dlgs. 267/200, dichiarando cioè l’acqua un diritto di rilevanza sociale, ambientale e culturale.
A questo punto anche ACEA sarebbe sotto scacco e la gestione delle sorgenti del Peschiera-Le Capore potrebbe finalmente tornare in mano ad un ente pubblico locale, a meno che la Regione Lazio, la Provincia di Rieti e il Comune capoluogo non la pensino come il Governo e vogliano continuare a regalare l’acqua ad una SpA che fattura 3 miliardi di euro l’anno e paga ai manager appena fuoriusciti “scivoli” di 6,7 milioni di euro.
Nel frattempo come associazione di tutela ambientale non possiamo far altro che invitare i piccoli Comuni della Provincia di Rieti a sollecitare la costituzione del Consorzio o, qualora si continui a parlare di acqua pubblica solo a “chiacchiere”, a sottrarsi alle speculazioni dei poteri forti, costituendo o rafforzando piccoli sub-ambiti territoriali per la gestione consortile e integrata del servizio idrico, pretendendo dalla Regione i dovuti finanziamenti per l’ammodernamento di acquedotti, fognature e depuratori, per il bene dei propri territori.
Insomma una legittima e sacrosanta disobbedienza civile nel rispetto delle leggi.
Associazione PosTribù