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La Pattumiera del mondo

Fonte: http://affrica.org

Sostiene Greenpeace che una rete criminale abbia gestito per anni un traffico illecito di rifiuti pericolosi tra l’Italia e vari paesi poveri, tra cui in particolare la Somalia. Lo sostiene in un dettagliato rapporto, nel quale non manca di fare nomi e cognomi, e che è stato ripreso anche da L’Espresso. Continua a leggere La Pattumiera del mondo

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“Gli Invisibili” Festa in sostegno dei rifugiati Eritrei e Somali

la festa è stata rimandata -causa maltempo- a data da destinarsi... vi faremo sapere presto!
"gli Invisibili"
Causa maltempo siamo costretti a rinviare la Festa in oggetto.
Ci auguriamo di rivederci al più presto per aiutare i nostri amici Eritrei e Somali e festeggiare con loro.
A presto il nuovo appuntamento.
Postribu’
ore 9,30 –  Torneo di Calcetto “anti-sismico e anti-ronde”
ore 12,30 –  Pranzo “scaccia crisi e scaccia razzisti”
Presso il Casale “Invisibile” di Antonio Ferraro (Coordinatore di Cittadinanzattiva), sotto lo svincolo del cavalcavia di via Tancia
(€ 10 + sottoscrizione a sostegno dei rifugiati)
Per prenotazioni e sottoscrizioni potete rispondere a questa mail o contattarci ai numeri: 3474807602 (Pablo) e 3935969317 (Antonio)
COMUNICATO STAMPA
CITTADINANZATTIVA-AMNESTY INTERNATIONAL-POSTRIBU’

2 GIUGNO 2009 – FESTA IN SOSTEGNO DEI RIFUGIATI ERITREI E SOMALI

Un torneo di calcetto “Anti-ronde” ed un pranzo “Scaccia crisi e scaccia razzisti”. Così Cittadinanzattiva, Amnesty International e Postribù Onlus hanno deciso di festeggiare il 2 giugno organizzando una “Festa in sostegno dei rifugiati eritrei e somali” insieme alla cittadinanza ed ai rifugiati che da tempo vivono sul nostro territorio che si sono costituiti in Comitato.

Mentre tutti si preparano ad accaparrarsi gli ultimi voti utili ci sono molti cittadini che hanno bisogno di casa, lavoro e cibo. Tutti diritti che dovrebbe garantire la Repubblica Italiana fondata proprio il 2 giugno 1946.

Tra questi cittadini ce ne sono alcuni originari di paesi vittime di accordi economici e militari con l’Europa che stanno distruggendo ogni possibilità di autosussistenza e autodeterminazione dei popoli.

Lo Stato Italiano, oltre ad aumentare ogni hanno la spesa per i sistemi d’attacco militare (13 miliardi di euro per acquistare 130 F35), è complice della dittatura in Eritrea, oltre che delle guerre civili in Somalia, Congo e Nigeria dove l’Eni sta continuando a distruggere il Delta del Niger.

Denaro ed investimenti che potrebbero andare alla ricostruzione democratica delle zone terremotate, ad energie sostenibili, diffuse e più democratiche di quelle fossili, ad una degna accoglienza dei migranti e ad un alloggio per tutti i senza casa.

In questi giorni, con una trentina di persone quasi tutte eritree, abbiamo creato relazioni umane che hanno dato loro una speranza di potersi costruire un futuro in provincia di Rieti. Ora stanno lentamente imparando la lingua italiana seguendo un corso organizzato dall’Arci e molti di loro cominciano a trovare i primi lavori.

Alcune persone hanno ridato vita alla terra incolta del Casale dove andremo a pranzare con cucina tipica Eritrea e con i primi raccolti (biologici) dell’orto “invisibile”; invisibile come loro, perchè quello che hanno non è sufficiente e tutto ciò che chiedono e di cui hanno bisogno è ancora invisibile ai nostri occhi.

Vi aspettiamo, scriveteci a:

post.tribu@gmail.com

Casale invisibile

Pirati, Somalia, Noi

Pirati, Somalia, Noi

articolo di Paolo Barnard (2009-04-15), tratto da nuovamentequi.blogspot.com

Mohamed Abshir Waldo è un analista somalo che lavora in Kenia. E’ autore di una pubblicazione dal titolo “Le due piraterie in Somalia: Perché il mondo ignora l’altra?”. Ecco la sua testimonianza:

“Ci sono due piraterie in Somalia. Una è quella che sta all’origine del problema di oggi, e che è la pesca illegale da parte di imbarcazioni straniere, che oltre tutto mentre pescano assolvono a un altro compito illegale, cioè la discarica di scorie tossiche industriali e persino nucleari nelle nostre acque, tutte provenienti dal mondo ricco. L’altra pirateria è quella che vi raccontano i vostri media. Ma essa si è scatenata in reazione a quei crimini, quando le nostre acque furono avvelenate, quando fu saccheggiato i nostro pesce, e in un Paese poverissimo i pescatori capirono che non avevano altra possibilità se non quella di reagire con la violenza contro le navi e le proprietà dei Paesi potenti che sponsorizzano la vostra pirateria e la discarica tossica qui.

Le nazioni maggiormente coinvolte in questa prima pirateria sono la Francia, la Norvegia, la Spagna, l’Italia, la Grecia, le Gran Bretagna, ma anche la Russia e i Paesi asiatici come la Korea, Taiwan, le Filippine, la Cina. Tutto è cominciato, per quanto riguarda la pesca illegale, nel 1991. Le comunità dei pescatori somali ha per anni protestato presso l’ONU e la UE, ma sono stati del tutto ignorati. I pescherecci occidentali arrivano qui e pescano senza licenza, addirittura reagiscono con la forza quando le nostre barche li contrastano, ci tirano addosso acqua bollente, ci sparano, ci mirano contro con i vascelli. Queste cose sono accadute per anni, finché i pescatori somali si sono organizzati in un corpo di Guarda Costiera di Volontari Nazionali, che voi ora chiamate ‘i pirati’.

Oggi le marine militari di questi Paesi pirateschi sono qui a proteggerli. I nostri pescatori hanno paura ad uscire in mare perché spesso vengono fermati dagli incrociatori occidentali e arrestati solo perché sospettati di essere ‘pirati’. Si tratta di una terribile ingiustizia, con la comunità internazionale che fa solo i propri interessi e ci ignora. I nostri ‘pirati’ di oggi sono ex lavoratori alla disperazione, null’altro.

E poi c’è nel sottofondo il problema della discarica di sostanze industriali tossiche dai Paesi ricchi nelle nostre acque, che è iniziato negli anni ’70 ed è continuato sempre, in risposta soprattutto alla nascita in Occidente di leggi ambientali molto più severe di prima. E così i vostri governi hanno pensato di scaricarle in nazioni povere o in guerra, che non potevano reagire, o i cui governi potevano essere corrotti. Al Jazeera lo ha documentato, ma anche la CNN credo. E’ stato detto e più volte scritto che la Mafia italiana è pesantemente coinvolta qui in Somalia nella discarica di sostanze proibite (Ilaria Alpi, ricordiamoci, P.B.).

Proprio ieri (13/04) una nave è stata catturata nel golfo di Aden dai pescatori, non dai ‘pirati’, ma dai pescatori, che sospettavano che stesse per scaricare sostanze tossiche. La nave ha immediatamente gettato a mare due enormi container quando hanno visto i pescatori, ma per fortuna essi non sono affondati e sono stati trascinati a riva. La comunità locale ha invitato i vostri governi a venire a ispezionare quei container, ma per ora non c’è stata risposta.

La Banca Mondiale alcuni anni fa fece trapelare un memorandum confidenziale dove Larry Summers, che allora era il suo capo economista (oggi consigliere economico di Obama, P.B.), diceva “Penso che la logica economica dietro alla discarica di sostanze tossiche nelle nazioni più povere sia impeccabile e dovremmo affrontare questo fatto. Ho sempre pensato che i Paesi sotto-popolati in Africa siano molto sotto inquinati”. Poi ritrattò e disse che era sarcasmo.”

Paolo Barnard

NON SCRIVETE A ME. DIVULGATE ALLA GENTE NEI LUOGHI DELLA GENTE. Paolo Barnard