Nei mesi successivi al sisma 2016 che ha colpito i territori di Amatrice e Accumoli, Postribù aveva avviato un progetto di recupero delle attività apistiche della famiglia Casini, a sostegno della quale abbiamo ricevuto numerose donazioni. A due anni dal terremoto siamo ancora impegnati nelle terre dell’amatriciano, con il progetto Posterremoto, ma chiudiamo le attività di “Miele per la vita” pubblicandone di seguito un resoconto.
Abbiamo sostenuto la famiglia Casini dall’autunno 2016 fino all’estate 2017, nella costante incertezza di non sapere quando l’attività apistica sarebbe riuscita a ripartire. La situazione è sempre stata molto complessa, entrando in gioco diversi fattori da quello psicologico/post-traumatico, a quello logistico, fino a quello burocratico.
Rocchetta, la frazione di Amatrice dove si trovava l’Azienda apistica Casini, è completamente zona rossa. Per capire meglio, le api e il laboratorio di smielatura si trovavano alla fine del paese che è stato completamente distrutto dopo la scossa del 30 ottobre, mentre la sorella e la mamma di Eugenio Casini (il titolare morto nel crollo del 24 agosto insieme alla moglie e alla figlia diciottenne) sono state per un anno in un albergo di San Benedetto del Tronto in attesa di rientrare al più presto ad Amatrice.
Subito dopo il sisma del 24 agosto 2016 le 68 famiglie di api sopravvissute all’evento sono state portate da un gruppo di apicoltori, amici di Eugenio Casini, a Chiaravalle (AN) dove sono state custodite e curate fino alla primavera 2017. Sono state sistemate le casse danneggiate dal terremoto (sono state ritrovate completamente ribaltate) e dal tempo. E’ stato acquistato candito proteico per alimentarle durante l’inverno e sono stati fatti trattamenti antivarroa. Come è normale non tutte sono riuscite a superare l’inverno e ne sono sopravvissute una quarantina, di cui la gran parte in buono stato ed altre che necessitavano della sostituzione di api regine per ripartire al meglio.
E’ stato fatto un lavoro di selezione e pulizia nel deposito di Eugenio delle casse e melari recuperabili. Postribù, Massimo Marcucci e gli amici apicoltori, insieme alla famiglia si sono incontrati diverse volte sul posto per sistemare gli spazi per riospitare le api in primavera. Casse e melari selezionati e recuperati sono stati inscatolati e spediti (pagando un trasportatore) a Como all’azienda Gammatom per la sterilizzazione coi raggi GAMMA per non correre pericolo di patologie e riutilizzare i favi e le cere già lavorate.
La cera acquistata è stata messa nei telaini donati alla famiglia Casini per quelle famiglie di api che nel frattempo necessitavano di ingrandirsi e andare a melario.
Con l’aiuto di Ezio, un agricoltore di Amatrice (anche lui ovviamente rimasto senza quasi nulla) abbiamo proceduto a lavorare i campi di Eugenio e subito dopo abbiamo avviato un lavoro di semina dei terreni al fine di ottenere fioriture mellifere (Amatrice è a più di 1000 mt ed ha un clima difficile). Per seguire i campi abbiamo coinvolto Deafal ONG con cui Postribù collabora periodicamente. Il tutto con l’aiuto di Matteo Mancini, agronomo dell’organizzazione, che in forma gratuita ha offerto assistenza tecnica per le lavorazione.
Ad aprile 2017 gli apicoltori marchigiani e noi di Postribù abbiamo lavorato alla sistemazioni delle postazioni per le arnie. Sono stati presi due camion e trasportati pali in cemento e foratini come basamenti. Tutto questo con il supporto di Ezio, che con il trattore riesce a raggiungere le postazioni passando per i campi, unica via accessibile ai terreni e all’apiario. Il 19 maggio 2017 le api sono finalmente fornate a casa.
Parlando di produzione e risultati, purtroppo l’estate 2017 è stata una stagione apistica disastrosa per la siccità che ha visto una moria di api (non solo per quanto riguarda il nostro territorio, ma parliamo a livello nazionale) che ha superato anche il 50% e una produzione di miele che nella maggior parte dei casi non ha superato il 10/15 %. La famiglia Casini in quell’occasione è riuscita a raccogliere circa 40 kg di miele e hanno superato l’inverno solo una quindicina di casse.
Il progetto con loro si è concluso riportando le arnie ad Amatrice pur mantenendo sempre la disponibilità (gratuita) di un supporto in campo, soprattutto dagli apicoltori marchigiani.
Una delle sorelle di Eugenio, con la madre, ha mantenuto l’apiario, ma ha scelto per il momento di non riportarlo ai livelli di un tempo in cui Casini era una grande azienda apistica, mantenendo una produzione più contenuta.
Il progetto Posterremoto intanto è andato avanti lavorando sempre con i produttori locali (agricoltori/allevatori) e sta tentando di fare rete tra acquirenti/consumatori e chi sul territorio con tanta fatica vuol rimanere.