di Giorgia Brugnerotto, pubblicato su SE Magazine, a pag 50
Previeni i rifiuti: cambia la vita!
Esistono due modi di affrontare il problema dei rifiuti. Il primo, che viene definito “ciclo virtuoso”, consiste nel raccogliere separatamente i nostri scarti domestici, dividere al meglio le preziose materie di cui essi sono composti (i cosiddetti “materiali post-consumo”), al fine di riciclare componenti come l’alluminio, la carta, il vetro o la plastica per crearne nuovi manufatti. Si tratta della famosa raccolta differenziata e del successivo riciclo, binomio sul quale moltissime città italiane hanno da tempo riorganizzato la propria economia. Riutilizzare questi preziosi materiali, che diventano così materie prime seconde, permette di risparmiare risorse naturali limitate ed energia.
Il secondo approccio alla gestione dei rifiuti, si basa invece su quella che è diventata una priorità anche per l’Unione Europea: la riduzione a monte del quantitativo dei rifiuti che produciamo.
Gandhi sosteneva che “ogni persona dovrebbe essere spazzina di se stessa”: se infatti i nostri sforzi fossero concentrati per cercare di non produrre rifiuti, non ci troveremmo oggi a sentir parlare di “emergenza rifiuti”, o ancor peggio, a confrontarci con l’impatto fortemente negativo sull’ambiente e sulla salute di inceneritori e discariche, che fino a pochi anni fa ci apparivano come l’unica soluzione possibile per disfarci della nostra “immondizia”.
Prevenire i rifiuti rappresenta dunque un nuovo modello culturale che ripensa e ri-progetta l’economia e la vita, andando ad incidere sulle cause dei rifiuti e veicolando un messaggio di responsabilità diffusa, di ecologia, indipendenza ed equità.
Quando ci disfiamo di ciò che non ci serve più, il più delle volte nemmeno ci chiediamo dove tale oggetto finirà, quale lungo viaggio lo attenda e con quali effetti sul pianeta. Eppure, secondo una recente stima dell’Onu, sui nostri oceani galleggiano oltre 100 milioni di tonnellate di plastica, l’isola più grande del globo, fatta di un materiale che impiega migliaia di anni per degradarsi. Elefanti marini, delfini, capodogli e molte altre specie ingeriscono questa plastica. Le tartarughe marine, che scambiano i sacchetti per meduse, muoiono dopo una lenta agonia causata dal blocco totale del tratto digestivo, che ne causa il soffocamento. Inoltre, con l’azione dei raggi ultravioletti e dell’acqua, le diverse plastiche si scompongono in frammenti minuscoli, che entrano nei tessuti di molte specie marine raggiungendo in breve tempo la nostra catena alimentare.
Adottare pratiche individuali e collettive volte a minimizzare i rifiuti (la media nazionale è di oltre 500 chili prodotti da ogni abitante) rappresenta dunque la vera cura per la nostra pattumiera e per il pianeta. Occorre dunque ripensare alla nostra economia e ai nostri stili di vita, seguendo quella che viene definita la Strategia Rifiuti Zero, ovvero una sinergia tra tecnologia moderna, saggezza popolare (i nostri nonni che non buttavano via niente), scelte delle istituzioni e riconversione produttiva (per mettere in commercio prodotti eco-compatibili), non solo per assicurare ai nostri figli un mondo vivibile, ma anche per riscoprire e ricostruire il tessuto sociale attraverso la collaborazione e la cooperazione. È vero infatti che laddove si sono raggiunti punti di eccellenza nel ridurre i rifiuti e riciclarli al meglio, le comunità hanno tratto benefici ambientali chiudendo discariche e inceneritori (primi responsabili di un peggioramento dell’aria) ed economici (riduzione delle tasse e aumento di posti di lavoro – grazie al sistema di raccolta rifiuti “porta-a-porta” e ai centri di riuso e riparazione), riscoprendo il valore e la fierezza di essere parte di una comunità “virtuosa” e responsabile, modello ed esempio da seguire.
Proprio su questi temi si sono confrontati oltre centocinquanta tra amministratori, tecnici e cittadini che hanno partecipato al seminario “Previeni i rifiuti, cambia la vita! Strategie per una gestione virtuosa dei rifiuti urbani”, svolto presso la Biblioteca delle Officine Varrone il 2 febbraio 2013. Un evento formativo organizzato dall’associazione Postribù all’interno di un più ampio progetto sperimentale, realizzato grazie al contributo di Mani Tese e dell’Unione Europea. Dalla prevenzione alla raccolta porta a porta, dalla ricerca sull’intero ciclo di vita del prodotto alla responsabilità dell’industria nella progettazione, in uno scambio operativo e progettuale che, partendo dalle esperienze dei Comuni italiani più “avanzati” in questo campo, ha messo a sistema quanto già di buono il nostro territorio sta proponendo nel campo dei rifiuti. Tra gli interventi, quelli dei massimi esperti nazionali in materia: Roberto Cavallo, autore del libro “Meno Cento Chili: ricette per la dieta della nostra pattumiera”, Enzo Favoino, del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Rifiuti Zero, Ezio Orzes, assessore di Ponte delle Alpi, Comune più “riciclone” d’Italia, Alessio Ciacci, assessore all’Ambiente di Capannori, Comune noto per aver reso tangibile lo slogan “Rifiuti Zero”.
Gli amministratori del reatino hanno accettato la sfida di avviare un percorso che rimetta gli enti locali in linea con le normative europee (fino ad oggi violate), esprimendo la necessità di rivedere il Piano Regionale dei rifiuti e adeguare l’impiantistica alle reali necessità di Comuni che, sempre più numerosi, stanno raggiungendo alte percentuali di raccolta differenziata, con un maggior bisogno, ad esempio, di soluzioni per destinare l’umido (ovvero gli scarti organici delle mense e delle nostre cucine) al compostaggio.
Box1 – Cosa sta accadendo a Rieti e provincia
L’evento è stato il primo vero confronto tra i principali Comuni che in provincia di Rieti hanno iniziato a sperimentare gli effetti positivi (economici, ambientali e di rapporto diretto con la popolazione) della prevenzione e di una raccolta differenziata porta a porta ben progettata e gestita: il sindaco di Toffia Zacchia -Unione Comuni Valle dell’Olio- ha spiegato come hanno già raggiunto l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata e come presto gestiranno localmente i rifiuti organici, riducendo ulteriormente i costi; il vicesindaco di Magliano Sabina Fabio Di Giamberardino ha comunicato il prossimo raggiungimento del risultato imposto dall’Unione Europea; il sindaco di Contigliano Toni ha rappresentato la sua particolare esperienza di avvio del porta a porta in economia con lavoratori in mobilità. Se a questi aggiungiamo il vasto territorio delle Unioni di Comuni Val D’Aia e Nova Sabina, il Comune di Amatrice, il Comune di Cittaducale che partirà con il porta-a-porta entro il 2013, e il Comune di Rieti, il cui assessore Ubertini ha annunciato l’imminente ampliamento della raccolta differenziata ad altri quartieri, si arriverà in breve tempo a ridurre di due terzi lo smaltimento in discarica per l’intera provincia (20mila tonnellate future contro le attuali 60mila).
Box2 – Le ricette per “far dimagrire” la pattumiera
Nel corso del convegno, Giorgia Brugnerotto e Marinella Correggia hanno ribadito l’importanza di mettere in atto azioni che prevengano la produzione di rifiuti. “Azioni che possono essere messe in pratica da subito e senza investimenti – hanno dichiarato, distribuendo al pubblico un decalogo e illustrando la mostra “Mali fossili e beni del futuro”– e permettono di ridurre notevolmente i costi che i Comuni devono sostenere per differenziare e/o smaltire i rifiuti”.
Questo il decalogo per i sindaci:1) Promuovere il compostaggio domestico e di comunità anche con sconti in tariffa; 2) Favorire centri per il recupero, riparazione e vendita di oggetti durevoli; 3) Promuovere punti vendita di prodotti sfusi e alla spina; 4) Ospitare mercatini del baratto e dello scambio; 5) Promuovere il Last Minute Market; 6) Bandire gli usa e getta nelle mense; 7) Incentivare l’acqua di rubinetto con certificati sulla qualità; 8) Incentivare per i nuovi nati l’acquisto di pannolini lavabili; 9) Vietare l’uso di sacchetti in plastica “da asporto” e promuovere le sporte di tela; 10) Nella Pubblica Amministrazione diffondere beni riciclati, il riuso e lo scambio.
BOX 3: Ecosagre e feste a Rifiuti Zero
PosTribù dimostra come si possono realizzare in modo ecologico feste ed eventi organizzati da Comuni, Province, Pro Loco, Associazioni e altri soggetti di vario genere, allo scopo di: ridurre i rifiuti, minimizzare gli impatti ambientali, raccogliere separatamente tutti i materiali riciclabili (carta, cartone, plastica, vetro, lattine etc…); diminuire il ricorso a materie prime non rinnovabili; utilizzare le feste come veicolo per la sensibilizzazione e l’informazione ambientale dei partecipanti. “La somministrazione degli alimenti- spiega Giorgia Brugnerotto, presidente di PosTribù – prevede l’utilizzo di stoviglie, posate e bicchieri riutilizzabili (ceramica, vetro, metallo), la distribuzione di bevande con i “vuoti a rendere” e caraffe. Sono banditi gli usa e getta, specie se di plastica e le porzioni monouso (ad es. di maionese). Le uniche stoviglie monouso ammesse sono quelle in materiali biodegradabili e compostabili come il mater-bi, la polpa di cellulosa o il legno (molto usato per le posate). E’ un’esperienza che abbiamo realizzato ad Amatrice con la famosa sagra degli Spaghetti all’Amatriciana e nel Cicolano con Ecoffeio e questo investimento ha avuto un riscontro importante anche in termini di presenze”.