m’illumino di meno, eni, nigeria
Anche questo 15 febbraio 2009 l’ENI ha sponsorizzato la campagna lanciata da Caterpillar e dalla trasmissione Rai Radio 2 per la giornata per il risparmio energetico. Permangono anche quest’ anno gli interrogativi già sollevati sulla trasparenza e sull’opportunità della sponsorizzazione e adesione dell’Eni alla campagna.
Interrogativi che concernono innanzitutto le attività dell’Eni. Li abbiamo sollevati anche durante tutto lo scorso anno riprendendoli dalle associazioni che ne sono stati promotrici. Si tratta, in primo luogo, delle attività dell’Eni in Nigeria e Kazakistan sulle quali la Fondazione Culturale Responsabilità Etica – nell’ambito della propria attività di “azionariato critico” – ha presentato un documento (in .pdf) all’Assemblea annuale dei soci dell’Eni dello scorso giugno.
“In Nigeria, l’Eni partecipa allo sfruttamento di diversi giacimenti petroliferi nella regione del Delta del Niger, dove il gas flaring, uno dei fenomeni più nocivi per l’ambiente e le popolazioni locali, è prassi” – spiegava il comunicato della Fondazione. Sul sito dell’Eni si legge che “i progetti di valorizzazione del gas prevedono l’eliminazione della pratica del flaring entro maggio 2012 in Congo ed entro il 2011 in Nigeria”. Considerando che in Nigeria questa pratica è illegale da quasi 25 anni e che l’Eni è attiva nel Delta del Niger dal 1962 la Fondazione Responsabilità Etica ha chiesto al CdA dell’Eni “quali garanzie e quali passi concreti l’azienda ha adottato per garantire la fine di ogni operazione di gas flaring nel più breve tempo possibile”.
Per quanto riguarda il Kazakistan – spiegava la Fondazione di Banca Etica – “l’Eni è l’operatore di Kashagan, il più grande giacimento non ancora esplorato scoperto negli ultimi trent’anni, e si occupa della costruzione degli impianti offshore e su terra e della gestione delle emissioni e dello stoccaggio dello zolfo”. La Fondazione evidenziava numerose criticità soprattutto sull’impatto sulla salute pubblica, sui i piani per lo stoccaggio dello zolfo e per la gestione delle emissioni e circa la valutazione di impatto ambientale. In definitiva la Fondazione Culturale Responsabilità Etica chiedeva al CdA dell’Eni di rispondere agli interrogativi di dimostrare come i progetti di Eni in Nigeria e Kazakistan “siano in linea con la Responsabilità Sociale d’Impresa della compagnia, e con le dichiarazioni e le campagne pubblicitarie sul risparmio energetico, a partire da “meno 30%”, che la compagnia conduce in Italia”. Interrogati ai quale non l’Eni no ha ancora dfato risposta mentre l’azienda continua la Campagna “Meno 30% dei consumi” il cui banner svetta – come detto – su tutte le pagine del sito “M’illumino di meno”.
Sono anche altri – evidenzia sempre la Fondazione Culturale Responsabilità Etica nel documento presentato agli azionisti dell’Eni (in .pdf si veda pg. 5) – “i progetti particolarmente critici o delicati, in particolare nel Sud del mondo, nei quali è coinvolta l’Eni o sue società controllate”. Solo riferendosi agli ultimi anni il documento cita “gli impatti sulla Foresta Amazzonica legati all’estrazione e alla costruzione di impianti per l’esportazione del gas verso i mercati internazionali di consumo, come ad esempio nel caso del gasdotto di Camisea II in Perù dove è impegnata la Saipem”; le istanze sollevate da numerose organizzazioni non governative legate alla realizzazione dell’Oleodotto Baku – Tbilisi –Cheyan (BTC), sul cui progetto è “ancora pendete un procedimento presso il Punto di Contatto Nazionale dell’OCSE, sul cui contenuto, peraltro confidenziale” la Fondazione ha invitato gli azionisti a chiedere eventuali informazioni al Cda dell’Eni”.
Per quanto riguarda l’attività dell’Eni in Italia, limitandoci qui a menzionare solo le questioni a cui abbiamo dato spazio sul nostro portale, va ricordata la vicenda della costruzione del ‘Centro Oli’ dell’Eni a Ortona che ha animato le proteste delle associazioni ambientaliste regionali le quali, dopo la sentenza del Tar dell’Aquila, hanno annunciato ricorso al Consiglio di Stato e che con numerosi Comuni si stanno opponendo alla costruzione del Centro; una vicenda che ha sollevato le preoccupazioni della Conferenza dei Vescovi di Abruzzo e Molise (CEAM) che ha emanato un documento (in. doc) nel quale richiama esplicitamente il problema del ‘Centro Oli’ dell’Eni. E sempre per quanto riguarda l’Abruzzo va ricordata anche la protesta per un pozzo petrolifero che l’Eni vuole costruire “ai confini tra la popolosa frazione pinetese di Mutignano e il Comune di Atri”.
Non ci interessa aprire una polemica sulle attività dell’Eni e nemmeno fare il bastian contrario dell’iniziativa “M’illumino di meno” promossa dalla trasmissione Caterpillar.
Intendiamo però presentare anche quest’anno alla redazione della testata radiofonica alcune domande che riguardano l’iniziativa: domande che vorremmo fossero oggetto dell’attenzione delle numerose associazioni che anche quest’anno hanno aderito all’iniziativa.
Nello specifico chiediamo Caterpillar di che tipo e di quale valore monetario è stata la sponsorizzazione dell’Eni in questi anni alla campagna “M’illumino di meno” e se tale sponsorizzazione è attiva anche quest’anno considerato il banner col logo dell’Eni che appare in tutte le pagine online della campagna.
In secondo luogo chiediamo alla redazione di Caterpillar di farci sapere se – assumendo una qual forma di sponsorizzazione e/o adesione dell’Eni – ha ritenuto opportuno far conoscere all’azienda le problematiche sociali e ambientali sollevate in questi anni da numerose campagne e recentemente riprese dalla Fondazione Culturale Responsabilità Etica nel documento presentato agli azionisti dell’Eni e – avendolo fatto – qual’è stata la risposta dell’azienda.
Infine, per il futuro, se Caterpillar intende assumere ancora una qual forma di sponsorizzazione e/o dar rilievo sul proprio sito a iniziative dell’Eni come quella del banner che appare quest’anno.
Sono domande semplici, ma necessarie, per non finire anche quest’oggi e nei prossimi anni a saltare sul carrozzone sponsorizzato Eni e domani ad invitare associazioni, Enti locali, Ong e movimenti a denunciarne l’operato in qualche remota regione del mondo.
Per parte nostra oggi – come sempre del resto – spegneremo le luci e dispositivi elettrici non indispensabili dalle ore 18, e invitiamo tutti gli amici a farlo inviando questo nostro articolo alla redazione di Caterpillar (caterpillar@rai.it e millumino@rai.it ) e alle associazioni aderenti o di cui ciascuno fa parte e ai propri amici.
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