COMUNICATO STAMPA
Manifestazione presidio a Ponte Romano ore 17
A molti potrà sembrare un evento singolare lo sciopero degli immigrati indetto in tutta Italia per il 1 Marzo.
Quello che in realtà emerge fortemente è l’esigenza da parte dei migranti di far notare la propria presenza pacifica e laboriosa, al di là dei fatti di cronaca nera che riempiono le prime pagine dei giornali.
Se scendiamo nella realtà reatina ed analizziamo i dati a disposizione (dati Istat), osserviamo un’immigrazione da decenni lenta e graduale, i flussi provengono per lo più da paesi neo comunitari ed europei (78%) , scarsa l’immigrazione da altri continenti, le presenze sono equamente distribuite in tutti i distretti socio sanitari, i minori stranieri sono regolarmente iscritti alla scuola dell’obbligo e il tasso di dispersione scolastica rispecchia quello dei minori italiani.
Se osserviamo poi i dati relativi al lavoro dei migranti, in provincia di Rieti troviamo migliaia di lavoratori stranieri impiegati in settori quali il taglio boschi e la prima lavorazione del legno, la ristorazione, l’edilizia, l’agricoltura e la cura alla persona. Tutti settori in cui è difficile trovare manodopera italiana.
Da uno studio effettuato dall’ Arci di Rieti nell’ambito del progetto “Osservatorio sulla discriminazione dei migranti nei luoghi di lavoro”, emerge un dato molto significativo: ben il 26% degli imprenditori ai quali è stato chiesto il motivo per cui impiegano manodopera straniera, hanno risposto che nel loro settore mancano lavoratori italiani.
Lavoratori, dunque, i circa 8.000 adulti stranieri presenti in provincia di Rieti, che si inseriscono nel tessuto economico e ne diventano parte fondamentale ed insostituibile.
Arci, Ass. Arabi Insieme, Cittadinanza Attiva, Coordinamento Rifugiati Rieti, Postribù, Amnesty International, Ass. Germogli