Fonte: Altroconsumo
Oro blu
Pubblichiamo volentieri questa inchiesta di Altroconsumo dal significativo titolo “Oro blu”.
Speriamo di non dover portar loro solidarieta’, visto che sono andati a interferire con gli interessi della potente Mineracqua, perche’ l’inchiesta e’ un vero e proprio spot – realizzato pero’ sulla base di rigorosi dati analitici – a favore dell’acqua di rubinetto e contro le acque minerali.
L’argomento principale e’ proprio la qualita’ analitica dell’acqua di rubinetto, dove un buon numero di medio-grandi citta’ italiane sono state monitorate con prelievi effettuati sulle fontanelle pubbliche (non si considera e non interferisce quindi tutta la questione dell’inquinamento generato dai tratti di tubazione a valle del contatori e interni ai condomìni).
Tutte sono promosse, con l’eccezione totale di Reggio Calabria, la cui acqua e’ addirittura non potabile perche’ salata, e parzialmente di poche altre citta’, anche se qualche contaminante c’e’ ma in quantita’ molto basse.
Sebbene con spettro piu’ limitato, anche 5 acque minerali sono state analizzate e in Sant’Anna e Levissima sono stati trovati tracce di contaminanti.
Altro argomento trattato e’ quello delle tariffe delle stesse citta’ considerate.
Viene smitizzato il concetto della purezza delle minerali e molte amenita’ presenti nella pubblicita’.
Non mancano:
le bacchettate ad Acea e ATO5 Frosinone, rei di aver negato la collaborazione alla rivista per l’esame delle tariffe;
la questione del rimborso dei canoni di depurazione non dovuti
l’evidenza che Firenze e Arezzo, citta’ dove l’acqua e’ stata malamente privatizzata, si collocano ai primi due posti come media tariffaria tra tutte le citta’ esaminate, mentre Milano e’ la meno cara, ma sono evidenziati anche i recenti rincari di Torino
un breve cenno all’articolo 23 bis, anche se su questo la loro analisi e’ un po’ superficiale e danno l’impressione al lettore che la privatizzazione imposta dalla finanziaria sia solo uno scenario futuribile in un quadro attuale di “tutto pubblico”
la denuncia che gli studi fatti per accreditare la tesi che le tariffe italiane sarebbero bassissime rispetto ad altri paesi UE, sono in realta’ basati solo su cinque grandi citta’ e percio’ non sono assolutamente rappresentativi.
Buona lettura