La funzione Difesa, che riguarda componenti terrestri, aeree e marine delle Forze Armate, copre il 60% circa del budget. Oltre 14,4 miliardi di euro, lo 0,96 per cento del prodotto interno lordo italiano. In questo capitolo del budget, la voce più importante è quella che riguarda il personale: oltre 9,5 miliardi di euro, in crescita del 5% rispetto al 2008.
I militari sono circa 190mila: la maggior parte, 98mila, sono graduati. Solo 90mila, invece, sono i volontari di truppa. La struttura di comando del nostro Esercito è un cubo e non una piramide: ci sono più comandanti che comandati. Intanto, la legge che riguarda l’acquisto degli armamenti, la 436 del 1988, non prevede meccanismi di controllo adeguati sulle spese autorizzate: il Parlamento interviene solo nella fase preventiva, quando viene deciso l’acquisto. Una volta partito il progetto non resta che pagare, anche quando i costi lievitano come nei casi della portaerei Cavour, dei 121 velivoli Eurofigheter2000 e del programma Joint Strike Fighter (per i quali l’Italia spenderà oltre 20 miliardi di euro).
Con una scheda sui 7 alti vertici militari che, dal 2002 al 2006, sono passati a lavorare per industrie produttrici di sistemi d’arma. La casta dei militari. Soldi e poter delle Forze Armate italiane è il libro di Massimo Paolicelli e Francesco Vignarca (in corso di pubblicazione) da cui è tratta l’inchiesta pubblicata da Altreconomia.
La seconda inchiesta del mese è dedicata all’«incubo logistica», che racconta il futuro di due città di provincia. La prima è Pavia, al centro di una ragnatela che soffocherà la Pianura Padana, fatta di nuova autostrade e infrastrutture al servizio della logistica. Grandi affari per grandi nomi (Gavio, Ligresti, Zunino) tra Piemonte, Lombardia e Veneto. La seconda è Benevento, dove una piattaforma logistica grande come la città (331 ettari) sta per sconvolgere il panorama. Un investimento di un miliardo di euro. Tra i protagonisti dell’operazione c’è Ikea.
La terza inchiesta riguarda il project financing, il meccanismo attraverso il quale privati e banche entrano nel ricco affare dei lavori pubblici dei Comuni. 392 sono i progetti approvati nel 2008: ci sono acquedotti, cimiteri e asili. Un affare da 8,1 miliardi di euro controllato da una trentina di banche.
Un reportage dall’«altra» Milano, la città che si vede poco e di cui si parla meno di quanto si dovrebbe: tra speculazioni, migranti, criminalità organizzata, precariato, povertà e attacco agli spazi di libertà e cultura; e uno dal Brasile, dove il Movimento Sem Terra ha festeggiato i suoi primi 25 anni.
Il dossier è dedicato alla povertà: quindici milioni di italiani sono a rischio indigenza. La causa: precarietà lavorativa e abitativa e mancanza di servizi.